In stand-by…

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Mi ritrovo con tanto tempo perso quando in realtà sarei piena di cose da fare. Probabilmente é necessario che io rallenti, magari per trovare nuove forze o nuovi stimoli.  É come quando in strada ti ritrovi qualcuno davanti che va a 30km col limite a 60km e la striscia continua non ti consente di sorpassare. Allora ti calmi e segui il ritmo. Se ti snervi é finita. La cosa importante é tenere la mente occupata in qualcosa di interessante.

Hanno inaugurato il camion che viaggia da solo senza la necessità del conducente:

http://www.wired.com/2015/05/worlds-first-self-driving-semi-truck-hits-road/

All’inizio lo faranno viaggiare con un guidatore lato passeggero che si occuperà di controllare che non ci siano problemi di sorta. Ma in realtà non serve. É dimostrato che le auto self-driving sono più sicure e che la maggior parte degli incidenti su strada é dovuto ad errore umano. Il problema è che il camionista é uno dei lavori più diffusi sulla faccia della terra, chi glielo dirà a questi che non sarà più necessario?

http://www.npr.org/sections/money/2015/02/05/382664837/map-the-most-common-job-in-every-state

(indagine che riguarda solo gli Stati Uniti)

Per cui per il momento, guiderà assistito da uno pseudo guidatore, tra un po’ di anni sarà considerato un costo inutile e addio guidatore.

Ho appena aggiornato Skype e mi sto divertendo a chattare con un collega in cinese Han variante tradizionale…L’ho già detto in un post precedente quello che penso sulla fine del lavoro di interprete?

Avremo tanto tanto tempo per noi quando non lavoreremo più. É una svolta epocale, ma deve cambiare l’idea che le persone hanno del lavoro, altrimenti tutto questo tempo “guadagnato” lo sprecheremo in un ufficio ad alimentare la macchina della burocrazia solo perché non sappiamo come retribuire le persone in modo differente da “tu mi dai il tuo tempo e io ti do dei soldi”.

É un peccato stare così in stand-by quando potremmo vivere e godere del nostro tempo libero, dei nostri figli, delle attività con cui potremmo occupare la nostra mente!

Invece, stiamo in ufficio con la faccia catatonica davanti ad un monitor per la maggior parte della nostra vita, stipiamo i nostri figli in una scuola che non riesce a stare al passo coi tempi e il massimo sforzo con cui occupiamo la nostra mente è magari un sudoku o molto più probabilmente a fare zapping in tv concentrando una minima parte della nostra attenzione su programmi di intrattenimento a basso budget.

Il passare inesorabile del tempo

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Scrivere qualcosa è sempre difficile, scrivere dopo che é passato così tanto tempo e che si é persa l’abitudine lo é ancora di più.
Tante cose accadono, non sempre aderenti all’idea che uno si fa.
Magari ci si rallegra per un colpo di fortuna e poi si scopre che era solo l’ennesima gabbia in cui ci si rinchiude.
Le gabbie alla fine sono tutte uguali. Dopo un po’ ti stanno strette, l’abitudine non ce la fai a meno che non sei nato addomesticato.
Siamo fantasmi famelici, pronti a sbranare ogni cosa, vogliamo, desideriamo, bramiamo con la speranza che il futuro ci riservi la pace che non possederemo mai a meno che non accettiamo ciò che inevitabilmente é.

…E levando di torno questo "Noi stesso" così ingombrante, così pretenzioso. 

Interessantissima puntata sul Telelavoro e i Technomadi

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Ospite: David Orban

Ascoltate dal punto 34:17

Radio24 – 2024 – 16 Gennaio 2015

“Nel XXI secolo, il 2% della popolazione produce il cibo necessario per sfamare il 100% della popolazione, il 30% della popolazione produce i beni materiali necessari per soddisfare le esigenze del 100% della popolazione.
Meno di un terzo della forza lavoro è impiegata nella produzione di beni fisici, il resto lavora per i servizi.

E una gran parte di questi servizi può essere eseguito, erogato indipendentemente da dove il beneficio di questo servizio si manifesta.

P.S. Commento mio.

Il conservatorismo del giornalista di Radio 24 è imbarazzante…è tutto negativo per lui!

Perché dovrebbe essere un male dislocare le persone? Gli piacciono gli uffici coi cubicoli?

Perché spera che la maggior parte dei lavoratori rimanga stanziale? Fa fatica a farsi dei nuovi amici?!?! Bah!

Una folata di vento intorno a me.

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Tutto è partito da questo video qua:

https://www.youtube.com/watch?v=fWEkp8BKSiM&list=WL

Ad un certo punto ho cominciato a pensare a me come ad un cervello. Solo un cervello sospeso in mezzo al nulla. Sottoposto ad un “vento” di informazioni che probabilmente hanno la stessa essenza dei numeri. Se il mondo che mi circonda ha una forma, io me la immagino così: un raffica di numeri.

Ora il mio cervello comprende alcuni e non altri, reputa buoni alcuni e altri no, si sofferma su alcuni ed altri li ignora. Ma il vento li contiene tutti. Tutte le infinite possibilità, sono io che sono limitata nella percezione di queste sequenze numeriche. E quindi sono io che noto le coincidenze, sono io che abbino gli eventi, sono io che raggruppo le mie percezioni e do un senso a tutto.

Probabile che non ci sia un senso.

 

Un cerchio che si chiude

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Una delle mie più interessanti teorie esistenziali che mi capita spesso di usare per spiegare fatti della vita altrimenti inspiegabili, è quella delle “cerchio che si chiude“.

Pensando a due elementi contrapposti, nella mente spesso capita di rappresentarli come estremi di una linea o come due settori ben definiti, uno a destra e l’altro a sinista.

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Prendiamo ad esempio il bianco e il nero. Se ce li figuriamo mentalmente li pensiamo come due grossi quadrati uno bianco appunto e uno nero.

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In realtà, io me li rappresento come gradazioni su un cerchio. O forse sarebbe meglio dire che aumentando il grado di zoom della rappresentazione precedente, riesco ad immaginarmi il rapporto che esiste tra i due.

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Il cerchio che va dal bianco e nero, contiene tutte le sfumature, ma poi arriva ad un piccolissimo punto, in cui si divide nettamente e poi ricomincia.

Si comprende meglio questo esempio, in quest’altro modo. Prendiamo un genio e un matto. Consideriamo che il genio sia a destra cominci a percorrere il cerchio in senso orario. A 45 gradi del cerchio il genio è un illuminato, a 90 gradi diventa una persona di scienza, a 135 gradi è una persona molto intelligente, a 180 gradi è intelligente nella media, a 225 è un po’ sotto la media di intelligenza, a 270 è un po’ un allocco, a 315 è decisamente stupido, a 360 gradi è quello che nell’opinione comune è definito un matto.

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Ma è proprio lì che il confine col genio è talmente labile, che è impossibile capire se il giro si sia arrestato alla follia o abbia ricominciato dal genio.

E così per tantissime cose contrapposte. Spesso osservandole, mi chiedo se non abbiano ricominciato il giro.

Io ed Internet

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Il mio interesse per Internet è nato all’improvviso, come un colpo di fulmine.

Ricordo ancora quel giorno in cui ne sentii parlare per la prima volta, nel 1995. Ero ancora a casa con i miei e probabilmente eravamo a tavola, al telegiornale un giornalista stava parlando di Internet, della rete, delle connessioni.

Ricordo ancora che diceva che “ben presto l’intera biblioteca vaticana sarà disponibile su Internet”.

Subito ho pensato che fosse una cosa memorabile e che io volevo avere accesso a tutte quelle informazioni, quei libri, quella conoscenza disponibile finora solo a pochi, agli eletti.

Cominciai a far leva su mio fratello per connetterci a questa rete. Vagamente ricordo il pacchetto per la connessione ad internet, un cartone del latte?!?! ma forse potrei sbagliarmi. Son passati quasi venti anni!

Il colmo di tutto questo? Che ancora i libri della biblioteca vaticana non sono stati digitalizzati e resi fruibili online!

Due nuove categorie

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Di recente ho avuto un colloquio di lavoro. Sì, perché in attesa che la parola “lavoro” non coincida con “denaro” anche io devo pur campare.

Da una parte ringrazio il fato, come al solito, di non avermi assegnato quel posto. Probabilmente sarebbe stata una perdita di parte dei miei ideali descritti in questo blog. Dall’altra parte però mi dispiace, perché era un bel lavoro per un’azienda che rispetto per cui se fosse stato gestito in maniera meno tradizionale (orari, presenza fisica sul posto, ecc.) sarebbe stato il mio lavoro ideale.

Ma tant’è. Non sono stata presa, non c’è nient’altro da dire.

Quello che mi ha fatto riflettere sono state le domande dell’intervistatore che mi chiedevano delle mie esperienze di lavoro passate.

Mi sono accorta che ho tantissimi aneddoti bellissimi sul lavoro, che non riesco a raccontare mai a nessuno. Ma anche esperienze edificanti, situazioni surreali, storie, vittorie, sconfitte, ecc. Probabilmente ad un colloquio di lavoro non è bene dilungarsi tanto su determinate questioni, scriverci un libro richiederebbe un investimento troppo oneroso sia in termini di tempo che economici, mi sono detta perché non raccontarli qui, su questo blog?

Quindi oggi inauguro due nuove categorie del blog :
– “c’era una volta” dove tirerò fuori dal cappello in ordine sparso tutte le vicende lavorative che ho vissuto in 18 anni di lavoro per lo più precario.

– “ai confini della realtà” dove parlerò delle mie concezioni filosofiche sull’esistenza…perché? perché se me le appunto sui quaderni in giro per casa, poi me le perdo. Qui, sono sicura di ritrovarle. E poi magari nella prossima vita, trovo in giro per la rete il blog di una certa silvianonsochi e scopro che dice cose che mi suonano familiari e non devo ripartire da zero a tirar su teorie…

 

 

 

Appunti da ricordare

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Ho passato diversi giorni a girare per la rete a studiare argomenti vari, così “a vanvera”.

Internet è una miniera di informazioni, per lo più false, però qualcosa che va bene per me l’ho trovato.

E ho scoperto, quindi, delle cose interessanti:

1. Che la donna non è socialmente svantaggiata, come ho sempre creduto, ma che il suo modo di imporsi nella società è più introspettivo, concreto, non plateale e soprattutto “de-strutturato”. Sicuramente un punto su cui lavorare.

2. Che siamo all’interno di un “mondo liquido” che si contrappone al mondo “quadrato” che ancora molti percepiscono. Precisamente siamo in una fase a-storica, post post-moderno.

3. Che l’inversione dei poli della profezia non è riferita ai poli magnetici, come gran parte dei guru new age asseriscono, ma bensì a un cambio di valori opposti nel modo di pensare dualistico. Ossia femminile contrapposto a maschile, est del mondo contrapposto all’ovest, globalità contrapposta al potere gerarchico, ecc. ecc.

Insomma, spero che la sorgente di queste informazioni, che mi sono arrivate in maniera sincronica, non si esaurisca…